mercoledì 15 dicembre 2010

Rivoluzione

Le immagini degli scontri di ieri sono assolutamente da deplorare e spiego il perché. Quella di ieri è stata opera non dei cittadini italiani esasperati da una politica sempre più aliena dai veri bisogni delle persone, dalla realtà dei fatti, ma da un gruppo di delinquenti che altro non volevano che creare panico e distruzione. Prendersela con le forze dell'ordine equivale a fare una guerra tra poveri, da un alto scalmanati allo sbando, dall'altro giovani, persone che devono andare avnti con poco più di mille euro al mese, salvo i nuovi tagli già pronti da parte del governo. L'ideale sarebbe un'unione di intenti tra cittadini stanchi della situazione, forze dell'ordine che finalmente si alleino al popolo e mettano al suo servizio i propri mezzi per poter attuare una vera rivoluzione degna di questo nome. Far sentire un po' di rimbombi nelle orecchie a questi politici (senza coinvolgere persone innocenti) è l'unico modo per fargli capire che il popolo è stufo; bisogna iniziare a colpirli, (senza ucciderli) devastare le auto blu, contestarli in ogni occasione senza farli parlare, non dargli più ascolto, tutti insieme, popolo e militi, contro questi infami che non meritano di rappresentarci, sempre che lo abbiano mai fatto. Insomma, sarebbe bello poter rivedere quell'ardore che culminò nel lancio di monetine contro Craxi a Roma, lo chiedono tutti coloro che sono caduti per combattere una mafia che ha la sua cupola nelle istituzioni, tutti coloro che nelle forze dell'ordine sono caduti perché credevano nello Stato, quello Stato che ci ha traditi e di cui noi dobbiamo riappropiarci.

La Giustizia secondo Berlusconi

A coloro che all'estero si chiedono come possa Berlusconi farla sempre franca davanti alla giustizia, ricorderei non tanto le leggi ad personam fattesi fare su misura dal suo seguito di ciarlatani e lecchini, quanto piuttosto tenterei di spiegare la giustizia secondo Berlusconi.

1 LA GIUSTIZIA SECONDO BERLUSCONI
 "La Legge è uguale per tutti, ma per me è più uguale perché io ho avuto i voti"

Partendo da questo presupposto, spieghiamo la differenza tra i vari magistrati:
Il corpo della Magistratura si divide in "Toghe rosse" e "Toghe azzurre": alla prima categoria appartengono tutti quegli avvocati, giudici, magistrati che, appartenenti alla corrente deviata della magistratura in combutta con le cooperative rosse, la sinistra marxista leninista e trotziska, mirano a colpire il "calimero d'Arcore" così da portare a compimento il rovesciamento politico necessario alla sinistra giustizialista e girotondina affinché essa torni al governo, vista la latitanza del Pd. In questa categoria rientrano, casualmente, solo giudici ecc responsabili di sentenze che giudicano colpevole di qualsiasi reato Berlusconi, colpevolezza ovviamente inesistente e creata ad arte per far passare il benefattore lombardo per chissà quale crudele delinquente. Per questi magistrati le conseguenze possono essere terribili. Opportunamente affidati alle cure dei segugi di Belpietro e, soprattutto, del terribile Brachino, questi magistrati vedono la propria vita devastata dalla sentenza che ha osato calunniare Berlusconi. E così che i malcapitati non possono, nelle ore libere, né fumare (vabbè che fa male direte voi) né tagliarsi i capelli e né tenere calzini rosa, pena la minaccia di scoop dell'indomito Brachino.

Alle "toghe azzurre" rientrano tutti quei giudici, pochi in realtà, che assolvono il Cavaliere dalle peggiori accuse; questi sono la parte sana della magistratura, quella "non deviata" e non complice delle sinistre. Sono magistrati che rispettano la legge e la fanno valere, la legge del Berlusca ovviamente.

Lo Stargate della politica

Lungi da noi commentare la farsa compravendita andata in onda ieri nei palazzi della "pseudopolitica" all'italiana, quello che emerge dalle sedi delle istituzioni è la lontananza di esse dalla vita reale e dai cittadini. Entrando a Palazzo Madama, Palazzo Chigi o in qualunque altro palazzo dei "bottoni" l'impressione che si has è quella di essere all'interno di un qualche sconosciuto laboratorio di chissà quale scienziato pazzo, sembra essere all'interno della "zona di confine" uno Stargate della politica nostrana arrivata alla farsa finale, nessuno escluso. Ascoltando Berlusconi si direbbe che l'Italia è in ripresa, da almeno dieci mesi va blaterando che la crisi è alle spalle (forse sarebbe meglio dirgli che in realtà il cittadino italiano è chinato con la crisi alle spalle) che il nostro è un paese che è riuscito a contenere il debito pubblico; nel discorso pre fiducia nessun commento allo stato della realtà che li circonda, ma solo l'interesse a tutelare il proprio prestigio politico dai traditori finiani. Non meglio va a sinistra dove da anni si aspetta la presenza di un'alternativa degna di questo nome, dove tutti si lamentano di Berlusconi salvo poi essere i primi ad andare a braccetto con lui per opportunismo personale. Insomma, questi mutanti della politica, creature mitologiche tipo Bondi (comunista illuminato sulla via di Arcore) Capezzone (colpevole di porto di faccia da culo senza permesso) e altri, vivono in un mondo tutto loro fatto di festini, droga, puttanismo, impicci e soldi facili, nella loro dimensione. Cari disonorevoli, venite in mezzo alla gente anche quando non dovete comprare voi, venite e vedete cosa c'è fuori dal vostro Stargate.

lunedì 13 dicembre 2010

Opinionisti

Che il panorama della televisione italiana sia, malgrado il tanto decantato digitale terrestre, sempre più imbarazzante e scadente, è ormai cosa risaputa. In questo già deludente scenario fatto di programmi riciclati da format stranieri, di "artisti" senza arte né parte, di improvvisi eroi dell'etere e quanto altro, un ruolo sempre più importante lo vanno assumendo i cosiddetti "opinionisti". Non c'è trasmissione, ormai, che non preveda la presenza di almeno un paio di opinionisti, esseri a metà strada tra "vecchi eroi della tv" e "pseudo sapientoni" che non mancano, dietro lauto gettone di presenza, di dire la loro sugli argomenti trattati nel corso delle varie puntate. Il loro è un sapere sterminato, si passa dalla massaia che fa la spesa al mercato, all'immancabile commento in campo sentimentale, ai consigli elargiti su, ad esempio, cosa fare dei "bamboccioni". Gli opinionisti (uomini e donne) sono veri e propri "prezzemolini" della tv, spesso quasi dotati del dono dell'ubiquità (si pensi a Sgarbi, presente a poche ore di distanza sia su Mediaset che sulla Rai) sempre di corsa per rincorrere il proprio gettone di presenza e far vedere che ancora si esiste, televisivamente parlando. D'altronde, basta vedere la lista di tali soggetti per notare che spesso si tratta di perrsone che, vedendole, viene da chiedersi che fine avessero fatto. Ma come si svolge il "lavoro" di opinionista? Sostanzialmente è semplice: basta dire due cacchiate a caso sull'argomento in questione o, magari come il caso di Sgarbi, urlare dicendo strombate a raffica senza senso, inscenare magari (Sgarbi docet) anche una pseudo rissa mediatica costruita ad arte, anche con gli altri opinionisti, così da far aumentare lo share della trasmissione e guadagnare o riappropiarsi del proprio "posto al sole". In tutto ciò viene da domandarsi se non faccia bene Mastrota che, pur lasciandosi attrarre anche lui ogni tanto dall'opinionismo, si è dato da anni alla vendita di pentole e materassi.

Gossip

Nel vedere le numerose testate dedicate al gossip che proliferano in Italia, viene da riflettere. Possibile che gli italiani abbiano una considerazione di se stessi così bassa, ritenendosi nella maggior parte dei casi portati solo per letture spazzatura? E' impressionante vedere come, specialmente l'estate, l'italica gente si appassioni alle vicende dei cosiddetti "vip" (Very Inutil Person) per sapere tutto e di più di questi pseudo dei dell'epoca moderna, che sono quello che sono (ricchi, acclamati) non per qualità loro, quanto piuttosto perché vi sono una marea di persone che gli sta appresso e che ne fomenta la popolarità. Una realtà questa che porta con sé un effetto a catena alquanto devastante, poiché nutre la "convinzione" del vip di turno di essere davvero di chissà quale importanza per l'umanità. Eclatante, solo per fare un esempio, la concorrente del grande fratello (mi pare la scorsa edizione, boh non ci si capisce più niente con quelli) che maltrattò l'inviata delle "Iene" e, facendogli vedere le sue scarpette da Cenerentola le disse senza pudore che avrebbe dovuto lavorare un anno per comprarsele (con buona pace della crisi e dei cassaintegrati e disoccupati d'Italia). Purtroppo la gran parte degli  italiani, non avendo più modelli ed essendo cresciuta nel "berlusconismo", prende ad eroe questi soggetti, ignoranti, stupidi, senza preparazione. In realtà, non tocca prendersela con loro, quanto piuttosto con coloro che sono disposti a pagare un biglietto per vedere tali fenomeni da baraccone. In tutto questo, si aggiungano trasmissioni spazzatura come "Verissimo" (della serie chi si somiglia si prende, vero Toffanin e Berlusconi jr? senza dimenticare il suocerino) e personaggi che si commentano da soli come Signorini e Vespa, e il casino è fatto.

venerdì 10 dicembre 2010

Chi garantirà?

Sempre più spesso si parla della necessità di avere un nuovo corso politico che parta direttamente dai cittadini per i cittadini; sempre di più si dichiara il bisogno di una "glasnost italiana" che consenta al cittadino, "datore di lavoro e contribuente del politico" di sapere cosa accade nei palazzi della politica e del potere, senza che inciuci e intrallazzi siano nascosti ai suoi occhi. Certamente tutto ciò è condivisibile, è giusto e necessario rimuovere la spazzatura dai palazzi di governo, da quelli centrali agli ultimi del più sperduto paesino, perciò via gli inquisiti, i condannati, via le pensioni e gli stipendi facili e dopo poco tempo, via tutti i privilegi della famosa "casta". Largo ai giovani, mantenimento di alcuni "anziani" che valgano però e che possono in qualche modo indirizzare almeno in parte i primi, si agli incensurati in politica, trasparenza e curriculum chiaro di tutti coloro che si candidano in politica. Tutto questo è necessario, tuttavia  resta il problema del far sì che, una volta che ciò avvenga, si riesca a non far avvelenare i nuovi e onesti politici. Si sa che la tentazione, una volta arrivati al potere, di usarlo per fini personali, per arricchirsi è tanta, perciò sarà necessario anche un rigoroso controllo sulla classe politica che consenta, a differenza di quanto avvenuto nella Repubblica sinora, di eliminare subito le mele marce e metterle in condizione di non nuocere. Insomma è un po' come la polizia e le forze dell'ordine che devono vigilare e tutelare la nostra incolumità e sicurezza, ma chi è che controllerà e vigilerà sulla polizia affinché essa non sia, come troppo spesso sta accadendo in Italia, "forte con i deboli e debole con i forti"? (vedi, ad esempio, "caso Ruby").

Attualità

Sempre attuale questa poesia di Trilussa, a dimostrazione che la Storia tende spesso a ripetersi.

           
La ninna-nanna
de la guerra
 

Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vô la zinna1:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello2

Farfarello e Gujrmone3

Gujermone e Ceccopeppe4

che se regge co' le zeppe,

co' le zeppe d'un impero

mezzo giallo e mezzo nero.

 

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucilli

de li popoli civilli...

 

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che s'ammazza

a vantaggio de la razza...

o a vantaggio d'una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

 

Ché quer covo d'assassini

che c'insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe' li ladri de le Borse.

 

Fa' la ninna, cocco bello,

finché dura 'sto macello:

fa' la ninna, ché domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So' cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

 

E riuniti fra de loro

senza l'ombra d'un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe' quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

 

giovedì 9 dicembre 2010

Avvocati cercasi

Il mondo dei quiz televisivi dovrebbe essere, almeno in teoria, una possibilità soprattutto per coloro che, preparati, siano anche non proprio benestanti. Quanti sono quelli che attratti innanzitutto dalla passione per la cultura e la conoscenza, sperano anche di far sì che per una volta essa paghi? In tempi di crisi sempre più italiani inviano la propria candidatura a questi quiz, nella speranza di poter leggere, se non la domanda da un milione, almeno quella da 20.000 Euro. Purtroppo, come consuetudine in Italia, anche i quiz nostrani di oggi sembrano essere una "semi-casta" in cui il criterio di selezione appare sempre più rivelarsi il mestiere e il reddito. In particolare, gli assidui spettatori e telespettatori del "Milionario" avranno notato come, tranne alcune eccezioni e la categoria degli studenti universitari, la grande maggioranza dei concorrenti provenga dalla categoria degli avvocati. Senza nulla togliere alla presunta competenza dei "maghi del foro", sembra strano che non possano esservi semplici operai, casalinghe, commessi ecc... che siano preparati almeno quanto tale categoria. Non sarebbe il caso di porre un tetto agli avvocati che possono partecipare al quiz? Fermo restando che il criterio per partecipare a tali programmi debba essere in primis la preparazione culturale, non sarebbe il caso di tenere maggiormente in considerazione, a parità di sapere, il reddito dell'aspirante milionario?

mercoledì 8 dicembre 2010

Il Web vi sbugiarderà

L'attualità del caso "Wikileaks" ha portato ancora una volta alla ribalta le potenzialità e, almeno in parte, l'incontrollabilità delle notizie circolanti nel Web. Grazie ad Internet, milioni di utenti in tutto il mondo ed in poco tempo, possono venire a conoscenza di ciò che la più importante diplomazia mondiale cela dietro al segreto. Tutto ciò è il segno tangibile della profonda "rivoluzione informativa" che l'avvento del World Wide Web ha introdotto; certo, senza la classiche "talpe" non si potrebbero avere a disposizione tali direttive secretate, ma rispetto al passato la grande novità sta nella fruibilità di tali informazioni da un'utenza potenzialmente mondiale. Se prima, ancora nel periodo della guerra fredda, il contenuto delle informative "top secret" era pressoché a disposizione quasi esclusiva degli 007 di entrambe le superpotenze, oggi basta un clic per venire a conoscenza di documenti teoricamente da non divulgare. Proprio per questo i governi di tutto il mondo e, ovviamente, le dittature ancora oggi esistenti, combattono  la loro battaglia per il potere sempre di più sul campo del Web, cercando di limitare con apposite leggi o con fermezza, la fruibilità e la libertà di espressione presente sul Web. Una lotta che, rispetto al passato, come dimostra "Wikileaks" non è detto che veda prevalere sempre il più forte.

martedì 7 dicembre 2010

Italia

Alla vigilia del 150° anniversario dell'unità d'Italia (completatasi poi con l'annessione del Veneto nel 1866, quella di Roma nel 1870 e di Trento e Trieste nel 1918, con Trieste definitivamente italiana nel 1954) si presenta di nuovo, nel dibattito pubblico nostrano, il tema dell'unità nazionale. Effettivamente, va detto che se il concetto geografico di Italia esiste da ben oltre 150 anni, molto precario sembra esserlo quello civico di "italiano" e di Italia. Diciamo la verità, tutti noi quando ci dicono, magari all'estero, di dove sei, rispondiamo quasi sempre "io sono romano; io sono milanese, ecc..." difficilmente diciamo subito "io sono italiano". Un retaggio questo che deriva dalla storia stessa del nostro paese; dapprima l'epoca dei comuni che ha fomentato i campanilismi, poi l'epoca degli stati e statarelli, tanto che il concetto di "Italia" si iniziò a sviluppare tutto sommato tardi, a partire dal Settecento circa. Siamo perennemente in lotta gli uni contro gli altri, non riusciamo mai, tranne che per le partite della Nazionale, a sentirci davvero facenti parte di un'unica grande comunità nazionale; sarà anche per il fatto che l'Italia è sempre stata meta di numerose popolazioni straniere, ma fatto sta che difficlmente riusciamo a sentirci davvero "fratelli d'Italia". Addirittura ora c'è la Padania, fantomatica entità geografica che, nell'ottica leghista, si estenderebbe ben al di là dei soli confini della Pianura Padana, arrivando anche a comprendere Marche e Umbria; un concetto, quello di Padania, tanto caro al "Carroccio" che non manca di usarlo come strumento di ricatto politico contro "Roma ladrona" quella Roma che i gentili leghisti però non disdegnano quando devono accomodarsi sulle poltrone. Tornando al concetto di "Patria", guai a usare tale termine, troppo "di destra"; allora mettiamoci d'accordo: perché festeggiare 150 anni di Italia? Siamo davvero certi che l'Italia sia veramente fatta? Non è che dobbiamo parlare di "Stati Uniti d'Italia"? In attesa dell'unità civica, morale e intellettuale del belpaese.

Per dirla con Giorgio Gaber:
Io G. G. sono nato e vivo a Milano.
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che tutto è calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui mi incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.

lunedì 6 dicembre 2010

Matrimonio? No, grazie

In Italia si assiste al continuo aumento dei divorzi (http://www.dgmag.it/sesso/divorzi-in-costante-aumento-in-italia-30299) con tutte le conseguenze che ciò comporta. Sempre di più il "giorno più bello" si trasforma ben presto in una fonte continua di rimorsi, sempre più si manda a quel paese tale data, specie da parte degli uomini. Le cause di tale aumento possono essere le più svariate, incompatibilità di carattere, corna, troppa fretta nello sposarsi, suocera di mezzo, ecc... Il fatto più eclatante, resta comunque lo squilibrio che la separazione e il divorzio producono sui coniugi: sono infatti i mariti, stranamente, a rimanere in mutande, a divenire i nuovi "barboni" d'Italia (http://www.vivamafarka.com/forum/index.php?topic=93494.0;wap2) mentre le donne, spesso sole affidatarie dei figli e sempre, chissà perché, in perenne cerca di lavoro per non volere più il mantenimento mensile, si arrichiscono anche con la separazione, specie nel caso in cui oltre al mantenimento, si vedano assegnare la casa coniugale (con mutuo che resta gentilmente a carico del cornuto e contento di marito). Certo, anche in passato, le crisi coniugali c'erano, forse le si veniva a sapere meno, ma è anche vero che oggi le nuove coppie non riescono più a costruire qualcosa insieme, mancanza di dialogo, arrivismo, canoni estetici imposti dalla tv, superficialità finiscono sempre più col rovinare la coppia e, in caso di figli, coloro che ci rimettono sono sempre loro.

Porto d'auto

L'ennesima strage causata da un drogato in questo caso, al volante, riporta alla luce la necessità di cercare di far si che tali situazioni si verifichino il meno possibile. Riguardo a ciò va detto che ci si pongono diverse domande: perché fare automobili che vanno ben oltre i 130 Km/h se, in Italia, i limiti sono tali? Perché la "giustizia" fa in modo che un tale, che già aveva visto la propria patente ritirata per la stessa infrazione, possa dopo soli sette mesi riavere la possibilità di guidare? Tutte domande che dimostrano come il nostro paese sia notevolmente arretrato ancora sia sul piano legislativo che su quello dell'educazione civica. Una soluzione potrebbe essere considerare l'automobile alla stregua di un'arma e pertanto obbligare coloro che prendono la patente e che la rinnovano, a sostenere una visita psichiatrica, un test sull'eventuale uso passato di droghe e, in caso di test negativo, non dargli o ritirargli per sempre la patente. Perchè è chiaro che chi guida, ha un'arma in mano e, se guida drogato e/o ubriaco, deve essere incriminato per omicidio volontario e marcire in galera, con l'impossibilità di avere più la patente. Ovviamente, stando in Italia, ci vorrebbe la massima collaborazione sia di un governo decente che introduca modifiche adeguate in materia legislativa, sia delle autoscuole le quali, troppo spesso, sono invece corrotte e le prime responsabili delle patenti facili in cambio di denaro facile. Finché in Italia tale atteggiamento non riuscirà ad essere sostituito da un vero senso civico (che scarseggia ssai tra gli italiani) probabilmente cambierà poco.

Digitale terrestre d'Italia

In questi giorni gli abitanti di Milano e di altre zone della Lombardia stanno provando l'emozionante passaggio al digitale terrestre e, allo stesso tempo, si stanno rendendo conto dei grandi pregi di questa tecnologia, vanto d'Italia nel mondo. Infatti sono diverse le lamentele (vedi: http://www.primaonline.it/2010/12/01/86867/tv-digitale-morattiun-disastrotecnici-gratis-per-anziani/) pervenute da esausti cittadini che lamentano l'impossibilità di vedere le reti più note, tra cui la Rai di cui siamo obbligati a pagare il canone. Ma quella lombarda è solo l'ultima di una serie di disavventure che hanno colpito tutti coloro che sono stati gentilmente invitati (anzi, obbligati) a passare al digitale; tanto è vero che per rimediare ai disguidi lo Stato ha provveduto a mettere in commercio, gratuitamente per i cittadini, un altro decoder della "Viasat" che consente di vedere i canali Mediaset, La7 e RAI (perché questi solo? perché la loro mancata visione forse, produce danni economici maggiori?) a coloro che abitano in quelle zone non raggiunte dal segnale digitale degli altri decoder. Ci viene il dubbio che questa sia un'altra stuta operazione commerciale, tuttavia interessante è vedere se serva o meno il digitale. E' vero, il digitale offre più servizi rispetto al semplice analogico, è altrettanto vero, però, che ha più limiti e più difetti rispetto alla parabola; ad esempio, non riesce a superare agevolmente le curvature della crosta terrestre (montagne ecc...) mentre il satellite rifacendosi a un satellite, non ha tale problema. Inoltre il satellite consente di vedere molti più canali rispetto al digitale. Poi, vi sembra strano o no che l'Italia, da sempre bistrattata e che arriva ultima nel mondo delle nuove tecnologie, arrivi per prima, a livello mondiale, a tale "strabiliante" tecnologia? In realtà, sostanzialmente, vi sono due motivi che hanno spinto i nostri governanti a imporci il digitale terretsre: il business dei decoder, di cui la maggior parte sono prodotti da una società in cui uno degli azionisti di maggioranza è il fratello del premier italiano e la questione riguardante all'abusivismo di Rete4. Infatti, per via di una sentenza della Corte europea, rete4 doveva lasciare le frequenze a Europa7 che le aveva legittimamente e onestamente acquisite, poi venne la legge Gasparri e, infine, la brillante idea del digitale terretsre. Infatti cosa ha pensato bene Berlusconi? Se rete4 è abusiva e deve trasmettere in digitale, allora mandiamo tutti sul digitale, obblighiamoli alla nuova tecnologia così che, da un punto di vista economico e di interesse personale (introiti pubblicitari) rete4 non risenta del fatto di dover andare in digitale.
Ancora una volta ci scambiano un qualcosa di inutile o normale, come chissà quale prodigioso effetto del governo in carica; senza dimenticare le colpe della sinistra (D'Alema) che svendette le frequenze a Berlusconi.

domenica 5 dicembre 2010

Er giorno de la liberazione

Arriverà er giorno de la liberazione,
quando sti politici se ne andranno in pensione.
Allora esulterà er popolo sovrano,
che riprenderà er suo futuro per mano.
Ma sorgerà un problema legato alla sete de guadagno,
che spingerà li novi a esse come li primi.
Allora chi potrà garantire che la dirigenza nova
sarà onesta e diligente
se non un'informazione trasparente?

sabato 4 dicembre 2010

Il post della sera

"Là dove si bruciano i libri prima o poi si finisce per bruciare anche le persone".



   ( Heinrich Heine, 1823)

Studio aperto informativo

Ben venuti all'edizione serale di "Studio aperto informativo", ecco in sommario le notizie del giorno:

In primo piano, scandalo nella casa del grande fratello, un concorrente ha domandato alla produzione se il nome del programma fosse stato dedicato a "1984", di Orwell. Subito la produzione lo ha squalificato per livello eccessivo di conoscenza.

Milano da bere: in una discoteca della Milano bene, Emilio Fido balla la "lap dance" con una nota soubrette dello spettacolo: sarà amore o solo una minaccia della criminalità organizzata verso il Fido?

  Politica: il premiers ha annunciato una legge importantissima: chiunque citofonerà alla sua casa, sarà accolto, rifocillato e pagato con almeno 1000 euro; l'unica precauzione che il premier vuole è che si prenda il numeretto e si rispetti la fila. In tal proposito Nanetta ha già dichiarato di aver autorizzato l'installazione di tornelli a Villa San Martino. Nome azzeccato (Martino donò il proprio mantello a un mendicante).

Sport: il ministro Marroni ha annunciato che chiunque morderà un poliziotto non dovrà fare né la tessera del tifoso, e potrà aspirare a divenire ministro; inoltre, alla domanda se tale tessera valesse anche per i politici, ha risposto"No, altrimenti nessuno di noi andrebbe più allo stadio".

Il ministro delle parissime opportunità uomo donna ha dichiarato: "Per divenire ministro ci vuole costanza, e una buona bocca". Ovviamente si riferiva alla capacità di parlare che avete capito?

Il ministro nanetta ha dichiarato: a casa i lavoratori che non son all'altezza.

Ultim'ora: due gravi avvenimenti: tende di un salotto si danno fuoco: erano da sole...

Incredibile: si è scoperto che anche i tronisti sanno contare fino a due, anzi tre....

Per questa sera è tutto, dal vostro giornale anzi telegiornale informativo "Studio aperto informativo"....

Libero giornalismo italiano

In Italia i giornalisti veramente indipendenti e liberi di attuare una professione che sia, come accade nei paesi anglosassoni, "il cane da guardia del potere" e non al massimo "da compagnia" (Travaglio docet) sono pochi. Ovunque si sente dire che in Italia non vi è nessuna dittatura informativa, che non vi è restrizione alla libertà di espressione, sancita tra l'altro dall'articolo 20 della Costituzione; lungi da noi pensare ciò, ma è altrettanto vero che, per dirla con Gaber, "questa democrazia che ha chiamarla tale ci vuole fantasia". Certo, non siamo al livello del regime fascista che ad un certo punto chiuse e censurò tutta la stampa nemica, instaurò uno stretto controllo sull'informazione culminato con la fondazione, nel 1937, del "Minculpop" (Ministero per la cultura popolare, ribattezzato ironicamente con altro significato). Tuttavia, per certi versi, la situazione odierna in Italia è ben peggiore di quella che vi era nel ventennio fascista (già sento lo sdegno di coloro che leggeranno tale affermazione) e spiego perché. Almeno, nel regime fascista, si sapeva che era un regime, il Duce ebbe il coraggio di dichiarare apertamente la "fascistizzazione" della stampa, della cultura e della società italiana ed il popolo, almeno sino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si adeguò, beneficiò di alcune importanti creature e opere del regime, seppur limitatamente e, tutto sommato, non era né contento né contro il regime. La maggior parte dell'antifascismo era costituito, infatti, da intellettuali esuli all'estero. Nell'Italia odierna, invece, accade una cosa ancora più grave e subdola: ci fanno credere di essere in democrazia, che ci sia libertà di stampa, quando invece non è così o lo è, solo parzialmente. Infatti, come può essere veramente libero di scrivere i fatti così come sono, un giornalista che viene stipendiato dal Presidente del Consiglio, che lavora per un giornale che ha tra i suoi inserzionisti magnati come Caltagirone, La Fiat, solo per citarne alcuni? Se voi lavorereste per un'azienda che produce, che so, biscotti, direste mai, se quei biscotti sono cattivi, ciò? Tale "sudditanza" finisce col rendere legato il giornalista, senza contare la grande marea di "giornalisti da compagnia" che sono al servizo del padrone di turno. Insomma, siamo poi sicuri che questa sia una democrazia e non una "pseudo democrazia"?.

Differenza tra raccomandazione e segnalazione

L'Italia è un paese di santi, poeti e ..... raccomandati; ultimo in ordine di tempo lo scandalo "parentopoli" che sta investendo l'azienda municipale di trasporti di Roma "Atac" e, in proposito, invito tutti coloro che sono a Roma e coloro che da fuori vengono e usano i mezzi pubblici di tale azienda, a non pagare, non comprare il biglietto né fare l'abbonamento, perché non è giusto dare soldi, pagare lo stipendio a persone messe lì solo perché "amiche, parenti di..." senza che ne sia accertata la preparazione (fermo restando che in Atac vi sono anche persone oneste). Tornando al tema della raccomandazione, il caso Atac è solo un granello di sabbia nella sterminata spiaggia di raccomandazioni presente in Italia; non c'è persona che non abbia, o cerchi, il classico "santo in paradiso" (mi scuso per il concetto, ma è per enfatizzare) al fine di fare carriera o trovare il classico e ormai miraggio del "posto fisso". A tal proposito io proporrei, al posto della raccomandazione, di istituire la "segnalazione" che è cosa ben diversa dalla prima. Se infatti il raccomandato rimane incollato di fatto al proprio posto di lavoro, anche se (come risulta essere nella maggior parte dei casi) è un incompetente, lavativo, inetto assoluto che non sa fare nulla, il "segnalato" deve guadagnarsi la conferma. Vediamo un esempio di "segnalato": tal dei tale conosce un brillante neolaureato, lo segnala ad un'azienda la quale, dopo un periodo di prova, decide se tenerlo o meno, a seconda delle capacità di quest'ultimo che, anche successivamente, se non rende può essere cacciato. Insomma, ideale sarebbe il modello americano che, nonostante le critiche che spesso gli si muovono, un'occasione la da a tutti e se poi questi hanno capacità, vanno avanti, mentre i lavativi (come la maggior parte dei raccomandati italiani) va a casa, a fare la fame. Nel mezzo, a metà strada, vi è, come detto, la "segnalazione".

venerdì 3 dicembre 2010

Divieti nostrani

L'Italia, si sa, è un paese dai mille divieti, dalle millle regole quasi sempre non rispettate. Che in una società che si voglia dir "civile" una certa regolamentazione e una serie di divieti sia necessaria è fuor di dubbio, tuttavia in Italia molti amministratori e legislatori si fanno, con una certa facilità, prendere la mano. E così, sfogliando tra le migliaia di divieti emanati dalle varie amministrazioni comunali, locali, se ne incontrano alcuni davvero degni di uno spettacolo di cabaret. Vediamone alcuni: se vi trovate a Voghera, guardatevi bene dal mangiare panini o bere all'aperto, causa multa; a Trento se volete portarvi via come souvenir i cartelli di divieto, sappiate che ciò è proibito. Se andate in vacanza ad Eraclea (Venezia) sappiate che è proibito raccogliere conchiglie e fare castelli di sabbia; a Bologna non pensate di farvi piercing in "vietato farsi un piercing su parti anatomiche le cui funzionalità potrebbero essere compromesse " (ma poi uno non è libero di fare ciò che vuole con il proprio corpo? Agli amministratori cosa importa? Nemmeno lo deovessero subire loro). A Roma, per chi non lo sapesse, è vietato "dopo l’una di notte, mangiare gelati, cornetti caldi, pizza e pane fresco per la chiusura di tutti i laboratori artigiani", mentre a Forte dei Marmi, tempi duri per i giardinieri, poiché è vietato tagliare l'erba nelle ore pomeridiane e nei weekend.

Sogno

SOGNO

Sogno un paese de politici eletti e votati
solo per fatto de esse onesti e preparati.
Sogno dei candidati dar popolo sovrano scelti e giudicati
e ministri e sottosegretari ar massimo dumila euro ar mese pagati.
Sogno un paese fatto tutto de gente onesta e rispettosa
che lavora pe fa si che er futuro sia una mejo cosa.
Sogno la meritocrazia e na vera democrazia, na legge
che sia tale, quale e uguale, sia per ricco che per povero
che per manovale.
Sogno un paese che sa ricordi de non lascià soli
né gli ultimi né l’anziani e de garantì ai giovani
un domani.
Sogno un popolo che se ribelli alla “democrazia” dei furbi
dei belli e che dopo sta lobotomizzazione fatta de tette,
culi, lecchini e programmi spazzatura, decida de riscoprì
a cultura.
Sogno, sogno troppo è a verità, ma per bene de tutta Italia
me auguro che sto sogno se trasformi in realtà.


giovedì 2 dicembre 2010

Caccia al regalo col personal shopper

Il Natale è alle porte ed è incominciata la corsa, crisi permettendo, all'acquisto del regalo perfetto per compagni, compagne, mogli, mariti, figli ecc... Milioni di italiani sono ormai alle prese con lo sport più difficile, ovvero "la corsa al regalo perfetto" che il più delle volte tale non si rivela. Non stupisce infatti che molti italiani, vuoi per economizzare, vuoi per disfarsi di regali indesiderati, potrebbero ricorrere, anche questo anno, al riciclo del medesimo. Per coloro che invece non vogliono fare brutta figura e per chi può permetterselo, c'è sempre la possibilità di ricorrere al "personal shopper". Infatti questa "figura professionale", dietro lauto compenso, penserà al vosto posto, sceglierà per voi il regalo perfetto per i vostri cari, sollevandovi dall'incombenza di dover pensare troppo. Che dire, un regalo che sentirete come vostro, fatto col cuore e che colui che lo riceverà apprezzerà, sempre che sul biglietto di auguri non sbagliate apponendo il nome del personal shopper piuttosto che il vostro.

Monumenti a perdere

Abitiamo in uno dei paesi, anzi nel paese, che possiede la maggior parte del patrimonio artistico, culturale al mondo e a cosa dobbiamo assistere? Allo sfracelo di siti che hanno retto per secoli ed ora vengono giù grazie all'inefficenza di chi tali monumenti dovrebbe non solo conservarli ma anche valorizzarli. Pompei è solo l'ultimo di una lunga serie di crolli, in passato era toccato, tra gli altri, alle mura romane di Viterbo, ad una chiesa in Sicilia e ad altri svariati siti sparsi qua e là per la pensiola. Avessimo la mentalità nordica o "semplicemente" persone competenti ai posti di comando, potremmo tranquillamente vivere sfruttando i soli siti storici e artistici che abbondano in Italia. Abbiamo un potenziale culturale ed economico enorme per le mani e non lo sappiamo sfruttare, altri avrebbero fatto soldi a palate con il turismo; abbiamo città, tipo Roma, che sono veri e propri "musei all'aperto" (per citare una definizone che Sordi diede della "sua" Roma) potenziali fonti di introiti ed invece abbiamo un settore, quello del "turismo culturale" snobbato dai "nostri" politicanti. Utilizziamo i fondi europei per finanziare corsi per veline (1 milione e 280 mila Euro nel 2003 stanziati per ciò dalla regione Campania) o per pagare il cachet di Elton John (700.000 Euro che ora i campani dovranno rimborsare all'Unione europea) ma non per incentivare e tutelare il patrimonio storico culturale e artistico. Il turista che viene in Italia ricorderà la sua vacanza più per il conto al ristorante che non per i monumenti o l'accoglienza (non generalizzando però). Altri paesi fanno soldi anche con la nostra immondizia, noi non sappiamo vedere il tesoro che abbiamo nel nostro paese.

Coerenza

Come si sa, l'Italia è il paese dove tutti, o la maggior parte, pur di apparire in televisione si accontenterebbero di stare davanti ad un videocitofono. Siamo il paese del Grande Fratello, dei tronisti, delle veline e di chi più ne ha più ne metta; la classe politica rispecchia assai bene, purtroppo, la gran parte della società italiana. Nonostante ciò, vale la pena ricordare che esiste ancora un'Italia onesta, lavoratrice e dedita, televisivamente parlando, alla realizzazione di programmi di qualità. Programmi come "Report, Superquark, La Grande Storia, Annozero" solo per citarne alcuni e di vari ambiti, rappresentano ancora un importante eccezione, un'isola di conoscenza e di indasgine che ormai si va assottigliando sempre più nella televisione italiana. Quello che fa rabbia, o ridere, è l'incoerenza di alcuni pseudo uomini di cultura che si mostrano incoerenti con le loro idee; si ammira di più una persona con idee non condivisibili ma costanti, a un incoerente. Che dire di persone che prima si arrabbiano per un premio televisivo dato ad un reality, che sparano a zero su di essi perché non sono "cultura" (opinione opinabile ma non troppo sbagliata) e poi finiscono col fare "pappa e ciccia" con loro e con quella tv che a definirla "commerciale" è un complimento? Illuminati sulla via dell'Isola dei famosi, certe persone hanno finito col fare il "salto della barricata", divenendo loro stessi burattini da reality, non disdegnando di apparire nelle trasmissioni più patetiche possibilie rinnegando il proprio passato o buona parte di esso. Potere del ravvedimento o delle entrate più ragguardevoli che partecipazioni a reality e ospitate televisive garantiscono?

Tutti scrittori

Strano paese, l'Italia; nonostante il numero dei lettori sia in leggero aumento negli ultimi anni speice tra i giovani, il loro numero resta ancora al di sotto della media europea. Malgrado ciò si assiste ad un incessante aumento dei volumi pubblicati, un trend che sfida le leggi del mercato poiché di solito ci si aspetta un aumento dell'offerta correlato ad un aumento della domanda. Lungi voler comuqnue parlare di ciò, è interessante notare come tutti, ormai, nel belpaese si sentano scrittori, persino il sottoscritto che tenta di articolare un discorso in questo blog!!! La sempre bistrattata categoria degli scrittori comprende oggi anche "autori" del calibro di Antonio Cassano, Costantino Vitagliano, Mauro del Grande Fratello (quello televisivo, non quello orwelliano) e, in fundis, Barbara D'Urso, solo per citarne alcuni; precisato che nessuno vuole vietare nulla a  nessuno, ci mancherebbe, lascia perplessi il fatto che gente del genere riesca, come dal nulla, a scrivere libri che poi hanno un successo non indifferente. Non volendo considerare "ignorante" nessuno, per carità, il sospetto comunque che dietro di loro vi siano dei "ghostwriter" è alto, seppur non dimostrabile; oltre a ciò il successo dei loro libri può essere spiegato anche col fatto che il loro nome e la loro "fama" richiama maggiore attenzione di molti esordienti e che, in un'Italia sempre più lobotomizzata dalla cultura dello spettacolo e dell'apparire, tematiche come la biografia di un vincitore di Grande Fratello, o di un tronista, attirino maggiore interesse rispetto a tematiche più impegnate. Comunque questo è il dato di fatto, una curiosità, ripetendo che non si vuole considerare nessuno non capace di scrivere un libro, anzi, autori come Grazia Deledda (studiò fino alla quinta elementare) o Gavino Ledda, tanto per citarne alcuni, sono la conferma che il talento non si acquisisce con lo studio, al massimo con esso lo si può migliorare.

Wii Fit? Solo per chi ha superato gli "anta"

Con le feste di Natale alle porte, è scattata o scatterà, crisi economica permettendo, la corsa allo sfrenato shopping natalizio alla ricerca dell'agognato regalo su misura per parenti, mogli e fidanzate o fidanzati. Come ogni anno, molto gettonati saranno, specie per i più giovani, gli articoli di elettronica e gli immancabili videogames. In particolare questo anno si preventiva un successo per i cosiddetti "Wii Fit", ovvero quelle console che consentono di "giocare" a calcio, correre, e fare altri sport stando comodamente in casa e vedere le propria gesta direttamente sul video. Insomma, quello che prima era il sedentario giocatore di videogames, diviene ora attivo protagonista del videogioco, ponendo fine, almeno parzialmente, alla concezione "sedentaria" dell'utilizzatore di computergame.  Una caratterisitca questa che spingerà molti genitori a cedere alle richieste dei figli e ad acquistare tali tipi di giochi nella speranza che ciò renda meno sedentario il pargolo o l'adolescente. Ma quanto è efficace l'attività fisica che il "Wii Fit" consente di eseguire? In altre parole, corre un'ora sul tapis roulant o nel parco fa bruciare calorie nello stesso modo di un'ora di corsa "virtuale" sul posto davanti al "Wii Fit game"? A rispondere a tali quesiti ci ha pensato una prestigiosa ricerca messa in atto dall'Università di Toronto, Canada, che ha studiato gli effetti reali che tale pratica comporta. I risultati sembrano confermare la "scoperta dell'acqua calda" da parte degli scienziati. Infatti secondo i risultati dell'indagine che ha preso in esame sia gruppi di giovani che di adulti ed anziani, "anche se i videogames attivi (Wii Fit) richiedono uno sforzo energetico maggiore del semplice guardare la televisione o giocare ai videogiochi tradizionali, non richiedono un dispendio energetico paragonabile a quello richiesto dallo sport reale, tradizionale". Se quanto affermato vale per i giovani, diversa è la situazione per gli anziani; lo stesso studio ha infatti evidenziato che, a parità di esercizio con "Wii Fit" (circa un'ora al giorno) le persone più in là con glli anni traggono maggiori benefici dall'utilizzo di tali videogiochi tanto che secondo il Dr. Ketcham - uno dei responsabili della ricerca in questione - "le persone più anziane avrebbero grandi benefici da un equilibrato e medio esercizio fisico al giorno e il Wii Fit è un affidabile è efficace strumento che essi dovrebbero usare nelle loro case". Insomma questo Natale si scambieranno i ruoli, quindi nonni non regalate ai vostri nipoti un videogioco "Wii Fit" ma chiedete che siano loro a regalarne uno a voi.

Camera cassa integrazione

La conferenza dei capigruppo ha deciso di chiudere i lavori della Camera dei Deputati fino al 13 dicembre, vigilia del voto di fiducia al governo, per "evitare incidenti parlamentari". Una gran bella notizia davvero, a parte che si dovrebbe specificare in cosa consisterebbero tali "incidenti parlamentari", probabilmente altre sconfitte per la maggioranza, sempre meno tale, che potrebbero incoraggiare gli ultimi indecisi a votare si alla mozione di sfiducia del 14 dicembre. In proposito "P2" Cicchitto ha affermato: "Meglio non affrontare questioni delicate in Aula". Ma oltre a tali considerazioni politiche, vale la pena soffermarsi su quanto ci costerà questa chiusura della Camera. Infatti i Deputati della sola Camera ci costano, minimo, oltre dodici milioni di Euro al mese (630 x 20.000 Euro/mese = 12.600.000); al giorno ci costano 420.000 Euro, pertanto se vogliono restare chiusi per dieci giorni, perché non rinunciare a 4.200.000 Euro per questo mese? Eh si, infatti perché dovremmo pagarli per dieci giorni in cui non "lavorano"? Vabbè che anche gli altri giorni è uguale, ma almeno, in tempi di crisi e di cassa integrazione selvaggia, sarebbe un gesto dignitoso rinunciare a tale somma. Ma siamo sicuri che i deputati della Camera non rinunceranno a ciò, vogliono entrare nel "Guinness dei primati" come i cassaintegrati più oagati al mondo (dieci giorni di cassa integrazione a 6600 euro per dieci giorni, ciascun deputato).

Ci crede solo lui

In occasione di un summit internazionale ad Astana, Kazakhstan, il Segretario di Stato Hilary Clinton ha subito provveduto a "smentire" quanto affermato negli ormai famosi file divulgati da "Wikileaks". Non più un "vanitoso, inefficace, dedito a feste notturne che lo indeboliscono fisicamente e politicamente" quanto piuttosto "il nostro migliore amico". Risulterebbe chiaro anche ad un marziano giunto solo da alcuni giorni sulla Terra che tali dichiarazioni sono non di circostanza, di più e servono a fare il gioco degli Stati Uniti che dovranno, da questo momento, cercare di smentire quanto emerso dai file. Ciò non stupisce fa parte del sottile gioco politico al quale Washington ci ha abituati da molto tempo, nulla di nuovo quindi. Stupisce piuttosto la cieca obbedienza dei fedeli cani da guardia del premier, intenti, dalle colonne dei giornali di Berlusconi ha sottolineare le presunte scuse della Clinton a nome anche di Obama (quello abbronzato secondo il premier nostrano, nda). Riporta, ad esempio, il "Giornale" :"Un incontro voluto dalla diplomazia statunitense, per cercare di superare la vicenda WikiLeaks senza troppi contraccolpi. E nel quale la Clinton non si limita a parole di circostanza se con il Cavaliere non esita a parlare a nome di Barack Obama. La nostra politica estera - è il senso del ragionamento del segretario di Stato - non è stabilita dalle comunicazioni tra ambasciate né da «discussioni private tra controparti» e «valutazioni e osservazioni del nostro personale diplomatico» ma dalla Casa Bianca. Insomma, si tratta di «considerazioni che non coinvolgono né me né il presidente Obama»" Bella questa, se la politica estera statunitense, e non solo, non si basa anche sulle considerazioni delle amabsciate, perché tenerle in piedi spnendeno fior di soldi? Appare chiaro a tutti che le parole della Clinton sono di circostanza, solo ai servi ubbidienti del premier e al Berlusconi stesso tali affermazioni sembrano davvero sentite. Che dire, Goebbels diceva :" Anche una bugia se ripetuta all'infinito diventa una realtà" e tale massima sembra essere una regola di tutta la storia e vicenda politica e non solo di Berlusconi e dei suoi fedeli cani da guardia.

mercoledì 1 dicembre 2010

Chi ci salverà da Berlusconi?

Il quesito del titolo è riferito, per una volta, non tanto ad una domanda strettamente politica quanto a un dato di fatto che nemmeno il più fedele cane da guardia del megaimprenditore e benefattore dell'editoria e della televisione potrà mettere in dubbio su qualsivoglia mezzo di "informazione" facente capo al Presidente del Consiglio. Anche gli scettici, dopo aver letto questo post, probabilmente faranno proprio il famoso detto "non è vero ma ci credo"; ma andiamo con ordine. Il Cavaliere viene eletto per la prima volta nel marzo del 1994; la prima esperienza di governo del magnate di Arcore dura pochi mesi, sufficienti, però, a produrre il primo "effetto Berlusconi". Il 17 luglio 1994, infatti, l'Italia di Arrigo Sacchi viene sconfitta ai rigori nella finale del mondiale statunitense dal Brasile. Nel 2001 nuovo governo Berlusconi ed effetti ancor più evidenti: l'11 settembre l'attentato terrorista (da quale parte decidetelo voi) alle Torri gemelle e al Pentagono; il I gennaio 2002 entra l'euro con conseguenze che gli italiani conoscono bene, nel 2004 scialbo europeo della nazionale di calcio che bissa il fallimentare mondiale di due anni prima e la rielezione di Bush Jr. Si arriva alle elezioni del 2006, vinte di un soffio da Prodi che cadrà solo due anni dopo nemmeno; sufficienti però a vanificare l'"effetto Berlusconi" e consentire così l'affermazione azzurra al mondiale tedesco. Nel 2008 l'intrepido ritorno del Cavaliere, Italia eliminata agli europei, ancor più devastante ovviamente, il terremoto a L'Aquila, l'alluvione a Messina, la grave crisi economica mondiale, e di recente l'umiliante mondiale della Nazionale. Che dire, non è vero ma ci credo.

Entrare nel Guinness

Se la vostra più alta ambizione è quella di entrare a far parte della storia del "Guinness World Record", se il vostro sogno è vedere scolpito il vostro nome e la vostra impresa in uno dei libri più celebri al mondo, qui vi diamo alcuni suggerimenti su quale impresa, più o meno stramba, potete tentare di realizzare, pur di entrare nella leggenda. Se la vostra corporatura rientra nella media, abbandonate l'idea di entrare nella categoria "corpo umano", in compenso potete proporre molte altre imprese. Ad esempio, solo per dare qualche spunto, se il ballo è la vostra passione, potreste riunire almeno 495 amici e ballare tutti insieme il tuca tuca, così da entrare nel libro dei record. Se il vostro ego è assai forte, potete cimentarvi nei record individuali, così da avere fama e gloria tutte per voi; magari potreste tentare di battere il record di durata di corsa su un tapis roulant, oppure il record di uova rotte con la testa, o ancora quello di stare su un piede solo. Insomma, di record ce ne sono milioni da battere, molti, se non la maggior parte, assai curiosi, ma di questi tempi di era mediatica, per dirla non troppo ironicamente, che non si farebbe pur di far parlare di sé.

Correre, correre

Che l'attività fisica sia un elisir di salute, è ormai appurato da numerose ricerche più o meno attendibili; è altrettanto vero che gli specialisti dicono che un'attività fisica moderata fa bene e che, al contrario, esagerare risulta deleterio. Di questo avviso non sembra essere l'australiana Sarah Mycroft, 32 anni, che, memore probabilmente delle gesta di "Forrest Gunp" ha completato alcuni giorni fa il giro dell'Australia a piedi, di corsa naturalmente. Partita il 4 aprile da Sidney, la giovane madre a completato in circa otto mesi i 14.772 Km necessari all'impresa, concludendo trionfante la propria impresa sulle scalinate dell'Opera House di Sidney. La podista ha percorso mediamente, senza mai fermarsi nemmeno un giorno, 62 Km; un gesto, quello della Mycroft, dettato dalla volontà di porre in risalto l'attenzione dell'opinione pubblica per la raccolta fondi a favore della ricerca sul diabete giovanile. Che dire, se l'intento era far parlare di sé, l'australiana ci è riuscita.

Divieto di calcio

Dopo un'estenuante trattativa, il mondo del calcio ha deciso di fermarsi per un turno, quello in programma l'11 e il 12 dicembre. Un evento che si ripete per la seconda volta nella storia dello sport più seguito dagli italiani, a circa quattordici anni di distanza dal primo stop. Una notizia che, al di là delle motivazioni, non può non creare perlomeno scalpore tra gli appassionati del Belpaese e anche i "non addetti ai lavori". In un perido di crisi economica, con operai, pensionati sempre più impossibilitati ad arrivare anche solo al 20 del mese e studenti e giovani con davanti un futuro a dir poco incerto, lo sciopero dei calciatori del massimo campionato appare a dir poco "vergognoso". Lungi cadere nella retorica, ma se scioperano questi che prendono, se gli va male, 200.000 euro in dieci mesi per un impegno "lavorativo" settimanale di circa sette ore, allora vuol proprio dire che il paese si è "rovesciato". Magari tra breve assisteremo a sit in in piazza dei politci insoddisfatti dei loro 20.000 euro mensili, benefit esclusi. In questo merita un plauso Giovanni Trapattoni che, viste le difficoltà economiche dell'Irlanda, ha deciso di ridursi lo stipendio da C.T. dell'Eire.