Sempre più spesso si parla della necessità di avere un nuovo corso politico che parta direttamente dai cittadini per i cittadini; sempre di più si dichiara il bisogno di una "glasnost italiana" che consenta al cittadino, "datore di lavoro e contribuente del politico" di sapere cosa accade nei palazzi della politica e del potere, senza che inciuci e intrallazzi siano nascosti ai suoi occhi. Certamente tutto ciò è condivisibile, è giusto e necessario rimuovere la spazzatura dai palazzi di governo, da quelli centrali agli ultimi del più sperduto paesino, perciò via gli inquisiti, i condannati, via le pensioni e gli stipendi facili e dopo poco tempo, via tutti i privilegi della famosa "casta". Largo ai giovani, mantenimento di alcuni "anziani" che valgano però e che possono in qualche modo indirizzare almeno in parte i primi, si agli incensurati in politica, trasparenza e curriculum chiaro di tutti coloro che si candidano in politica. Tutto questo è necessario, tuttavia resta il problema del far sì che, una volta che ciò avvenga, si riesca a non far avvelenare i nuovi e onesti politici. Si sa che la tentazione, una volta arrivati al potere, di usarlo per fini personali, per arricchirsi è tanta, perciò sarà necessario anche un rigoroso controllo sulla classe politica che consenta, a differenza di quanto avvenuto nella Repubblica sinora, di eliminare subito le mele marce e metterle in condizione di non nuocere. Insomma è un po' come la polizia e le forze dell'ordine che devono vigilare e tutelare la nostra incolumità e sicurezza, ma chi è che controllerà e vigilerà sulla polizia affinché essa non sia, come troppo spesso sta accadendo in Italia, "forte con i deboli e debole con i forti"? (vedi, ad esempio, "caso Ruby").
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