Che il panorama della televisione italiana sia, malgrado il tanto decantato digitale terrestre, sempre più imbarazzante e scadente, è ormai cosa risaputa. In questo già deludente scenario fatto di programmi riciclati da format stranieri, di "artisti" senza arte né parte, di improvvisi eroi dell'etere e quanto altro, un ruolo sempre più importante lo vanno assumendo i cosiddetti "opinionisti". Non c'è trasmissione, ormai, che non preveda la presenza di almeno un paio di opinionisti, esseri a metà strada tra "vecchi eroi della tv" e "pseudo sapientoni" che non mancano, dietro lauto gettone di presenza, di dire la loro sugli argomenti trattati nel corso delle varie puntate. Il loro è un sapere sterminato, si passa dalla massaia che fa la spesa al mercato, all'immancabile commento in campo sentimentale, ai consigli elargiti su, ad esempio, cosa fare dei "bamboccioni". Gli opinionisti (uomini e donne) sono veri e propri "prezzemolini" della tv, spesso quasi dotati del dono dell'ubiquità (si pensi a Sgarbi, presente a poche ore di distanza sia su Mediaset che sulla Rai) sempre di corsa per rincorrere il proprio gettone di presenza e far vedere che ancora si esiste, televisivamente parlando. D'altronde, basta vedere la lista di tali soggetti per notare che spesso si tratta di perrsone che, vedendole, viene da chiedersi che fine avessero fatto. Ma come si svolge il "lavoro" di opinionista? Sostanzialmente è semplice: basta dire due cacchiate a caso sull'argomento in questione o, magari come il caso di Sgarbi, urlare dicendo strombate a raffica senza senso, inscenare magari (Sgarbi docet) anche una pseudo rissa mediatica costruita ad arte, anche con gli altri opinionisti, così da far aumentare lo share della trasmissione e guadagnare o riappropiarsi del proprio "posto al sole". In tutto ciò viene da domandarsi se non faccia bene Mastrota che, pur lasciandosi attrarre anche lui ogni tanto dall'opinionismo, si è dato da anni alla vendita di pentole e materassi.
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