L'attualità del caso "Wikileaks" ha portato ancora una volta alla ribalta le potenzialità e, almeno in parte, l'incontrollabilità delle notizie circolanti nel Web. Grazie ad Internet, milioni di utenti in tutto il mondo ed in poco tempo, possono venire a conoscenza di ciò che la più importante diplomazia mondiale cela dietro al segreto. Tutto ciò è il segno tangibile della profonda "rivoluzione informativa" che l'avvento del World Wide Web ha introdotto; certo, senza la classiche "talpe" non si potrebbero avere a disposizione tali direttive secretate, ma rispetto al passato la grande novità sta nella fruibilità di tali informazioni da un'utenza potenzialmente mondiale. Se prima, ancora nel periodo della guerra fredda, il contenuto delle informative "top secret" era pressoché a disposizione quasi esclusiva degli 007 di entrambe le superpotenze, oggi basta un clic per venire a conoscenza di documenti teoricamente da non divulgare. Proprio per questo i governi di tutto il mondo e, ovviamente, le dittature ancora oggi esistenti, combattono la loro battaglia per il potere sempre di più sul campo del Web, cercando di limitare con apposite leggi o con fermezza, la fruibilità e la libertà di espressione presente sul Web. Una lotta che, rispetto al passato, come dimostra "Wikileaks" non è detto che veda prevalere sempre il più forte.
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